Quest'anno, i Mondiali sono arrivati in America latina per la prima volta. Anche se il torneo si è ora spostato negli Stati Uniti, l'America latina ha accolto l'evento a braccia aperte, con giocatori provenienti da ogni angolo della regione LATAM accorsi per sostenerlo. La fase di qualificazioni è stata celebrata con speciali maschere da Luchador, un viewing party alla Casa dei Mondiali (con annessa festa in piena regola), e tantissima passione da parte di tutti i fan latinoamericani dell'eSport che hanno tifato per ogni squadra con un'energia straordinaria.

Eppure, ai Mondiali di Città del Messico mancava un elemento fondamentale. Javier España era conosciuto dagli amici come Javi e dai giocatori come Riot Maggical, e la sua influenza sull'eSport latinoamericano, sui giocatori e su Riot è impossibile da spiegare appieno. Javier è scomparso improvvisamente a maggio, a soli 40 anni. Quel giorno, i giocatori latinoamericani hanno perso il volto di Riot nella regione e l'azienda ha perso l'uomo che incarnava il significato di essere un Rioter.

"Javi era una persona carica di passione e il più appassionato di eSport di tutti noi", ha dichiarato Mariano Vives, che lavorava insieme a lui nell'ufficio di Riot di Città del Messico. "Era al centro della nostra community e un pilastro per tutti i giocatori nella regione. Javi era una persona fantastica e un padre straordinario. Incarnava la passione che ci spinge a lavorare nel mondo dei videogiochi ogni giorno ed era il Rioter migliore tra noi. È stato un onore lavorare al suo fianco."

Quando il team di Città del Messico parla di Javi, lacrime e risate finiscono per confondersi. Era un collega, un leader e, soprattutto, un amico.

"Firmammo i rispettivi contratti con Riot lo stesso giorno, più di sette anni fa", ha raccontato Juan Moreno, uno degli amici più stretti di Javi in Riot. "E frequentammo anche la Deniubbizzazione (la procedura di inserimento della durata di una settimana di Riot) insieme. Javier è ciò che compare alla voce "Rioter" sul dizionario. Faceva tutto per i giocatori e per la community e ospitare i Mondiali a Città del Messico era il suo sogno. E per questo, anche se non è qui a vederli, li abbiamo fatti per lui."

Javier è stato un Rioter straordinario e ha avuto un impatto su ogni aspetto dell'azienda. Oltre a questo, era un padre di famiglia che avrebbe fatto qualsiasi cosa per sua moglie e i suoi figli.

"Javi era incredibile nel suo lavoro, ma sua moglie e i suoi tre figli erano la sua priorità assoluta", ha spiegato Santiago Duran, il manager di Javi nei suoi ultimi anni in Riot. "Si svegliava presto, cucinava il pranzo per i bambini e li portava a scuola, prima di venire in ufficio. E quando era qui, era una macchina. Ha fatto moltissime cose straordinarie per il nostro ufficio, ma non si tratteneva oltre l'orario di lavoro, e non ne aveva bisogno, per assicurarsi di tornare a casa dalla sua famiglia per cena. Eppure, era altrettanto sicuro che qualche ora dopo avrebbe trovato un po' di tempo per LoL o VALORANT, quando i figli sarebbero andati a dormire."

 
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Il volto di Riot per i giocatori dell'America latina

In tutta l'America latina, quando i giocatori avevano un problema, chiamavano Maggical. Dai ticket di supporto ai problemi con gli account, tutto quello che dovevano fare era taggare @RiotMaggical su Twitter e Javi li avrebbe aiutati... o almeno gli avrebbe indicato la direzione giusta. Qualche giorno prima della sua scomparsa, Maggical era lì, ad aiutare i giocatori come sempre.

"Poiché lavorava negli eSport da moltissimo tempo ed era molto attivo su Twitter, ogni volta che qualcosa andava storto, la community si rivolgeva a Javi", ha spiegato Santiago. "Alla fine, è diventato uno dei meme più popolari tra i giocatori: #CulpaDeMaggical, che significa "è colpa di Maggical." 

Il tuo colpo mirato non è andato a segno? #CulpaDeMaggical. La tua squadra preferita della LLA ha perso? #CulpaDeMaggical. I biglietti per la LLA sono esauriti? #CulpaDeMaggical. 

Ora che Javi non c'è più, #CulpaDeMaggical è diventato un modo per ricordarlo e onorare la sua eredità. Qualche settimana dopo la sua morte, le squadre di eSport di tutta l'America latina hanno pubblicato lo stesso messaggio: 

È una testimonianza di quanto fosse importante per la community. Un conto è essere riconosciuto, ma avere il livello di relazione che Javi aveva con la community è tutta un'altra cosa. Per riuscirci, serve dedizione ai giocatori, passione per i giochi e un sincero affetto per le persone che giocano ai titoli di Riot ogni giorno.

"Parlare con la community non è sempre facile", ha dichiarato Rafael Ojeda, Country manager per l'America latina che ha lavorato con Javi per anni. "Lui era presente per i meme, ma anche per le conversazioni più dure. Era il volto di Riot nella regione. Agli inizi, c'era chi reagiva in modo negativo al suo lavoro, ritenendolo responsabile per tutto ciò che non andava nel gioco, ma col passare del tempo, e dopo molte risposte, la community iniziò a capire meglio il suo ruolo: la situazione finì per capovolgersi e diventò uno dei Rioter più amati dai giocatori. Addirittura, quando riceveva commenti astiosi, erano proprio i membri della community a intervenire per rimproverare chi glieli aveva rivolti."

E alla fine, la community stessa iniziò a intervenire per aiutarlo a rispondere ad ancora più domande.

"Riceveva così tante domande che la community ha creato un bot su Twitter", ha spiegato Rafael. "Quando qualcuno chiedeva: 'perché avete reso sbilanciato questo campione?' Oppure: 'perché il mio account non funziona?', lui rispondeva: 'no, non sono io ad occuparmene.' E lo diceva talmente tante volte che la community ha creato un bot che rispondesse al posto suo per spiegare alle persone di creare un ticket per il supporto giocatori. Credo che fosse fiero di quel bot. Era una dimostrazione di quanto fosse importante, in vista nella community e apprezzato da tutti. Quando è venuto a mancare, è stato un durissimo colpo per tutti."

Nel corso del tempo, anche il bot stesso è diventato un meme. I giocatori lo taggavano per qualsiasi cosa di negativo succedeva durante le partite. Dopo la scomparsa di Javi, il bot è stato disattivato, ma restano ancora migliaia di tweet.

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Dall'Argentina al Cile, a Città del Messico, il viaggio di Javi lo ha portato in tutta LATAM

Javi, che era nato in Argentina, ha iniziato a lavorare in Riot nel 2015, nell'ufficio di Santiago, in Cile, dove si trovava la sede del team della LATAM del sud. Con l'ampliarsi del team, Riot si è trasferita in un unico ufficio a Città del Messico, che è diventata la base dell'intero distaccamento della regione.

"Era il mio braccio destro nel team del marketing qui a Città del Messico", ha raccontato Santiago. "Io sono entrato in Riot nel 2018 e lui non faceva parte del mio team. In quel periodo, si occupava degli eSport. Ma dopo un paio di settimane, lo trasferimmo dagli eSport alla supervisione dei contenuti di tutti i prodotti, sia di eSport che dei giochi. E siccome ero nuovo, mi aiutò a mettermi al passo con tutti i vari aspetti degli eSport e dei giochi di cui lui era già un esperto." 

Quando Javier ha iniziato a lavorare in Riot, si occupava della produzione degli eSport. La sua passione e la sua grinta gli hanno permesso di ricevere una promozione dopo l'altra, fino a diventare Channel Strategy Manager nel 2022. Ma l'impatto lasciato da Javi non si può riassumere solo con un titolo. 

"Era il Rioter più disponibile che conoscevo ed era sempre pronto a farsi in quattro se qualcuno ne aveva bisogno", ha spiegato Rafael. "Se c'era un problema, era il primo a offrirsi per risolverlo. Se chiedessimo al team chi era la persona a offrire più aiuto, sono sicuro che tutti risponderebbero: 'Javi'. Era dappertutto: dal supporto giocatori, al publishing con i marchi e all'eSport. 

Il team in Città del Messico, e Riot in generale, continueranno a sentire la sua influenza nel lavoro che fanno tutti i giorni. 

"La prima cosa che mi ha detto quando sono entrato nel team è stata: 'posso cambiare le procedure con cui creiamo i contenuti?'", ha ricordato Santiago. "Una settimana dopo, si è presentato da me con una complicata tabella in cui tutto era collegato e mi ha spiegato ogni passaggio. Quando l'abbiamo implementata, ha avuto un effetto rivoluzionario e oggi pubblichiamo oltre 300 contenuti a settimana. Non sarebbe mai stato possibile senza Javi e ancora oggi facciamo tutto con lo stesso sistema che ha sviluppato lui nel 2019." 

Era proprio il suo modo di essere. Era sempre disposto a dare una mano, sempre pronto a condividere le sue conoscenze e sempre in cerca di modi per migliorare l'esperienza dei giocatori. Se riusciva a trovare una soluzione, avrebbe fatto di tutto per implementarla. La sua passione e la sua grinta erano leggendarie in diversi rami della compagnia, ma quello degli eSport era senza dubbio il settore in cui brillavano di più. 

"Javi mi ha insegnato cosa significa avere passione per gli eSport", ha raccontato Eduardo Cazares, Product Lead per gli eSport di Riot LATAM. "Sono orgoglioso di aver lavorato con lui e spesso mi chiedo quali consigli mi darebbe quando devo prendere una decisione, perché so che mi indicherebbe sempre la direzione giusta per fare cose straordinarie per i giocatori."

 
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Città del Messico apre le porte al mondo

Javi era sempre stato un grande fan degli eSport e aveva giocato lui stesso al livello professionistico per un po' di tempo, creando la propria squadra, i Coliseum Dragons, prima di entrare in Riot. 

"Non credo che ci fosse qualcuno nel suo ufficio emozionato quanto lui all'arrivo dei Mondiali in Messico", ha dichiarato Santiago. "Gli piacevano moltissimo le occasioni in cui poteva condividere delle esperienze con i giocatori e sono convinto che avrebbe partecipato a uno dei viewing party. Anzi, probabilmente lo avrebbe creato lui stesso e magari lo avrebbe perfino presentato. Sarebbe stata un'occasione che avrebbe entusiasmato i giocatori e Javi non avrebbe visto l'ora di incontrare di persona un po' di membri della community dei Mondiali."

Durante tutto il periodo di preparativi necessari ad accogliere i Mondiali a Città del Messico, Javi ha svolto un ruolo fondamentale, ma non ha potuto esserci per vederli diventare realtà. 

"Prima della sua scomparsa, avevamo deciso che sarebbe stato il Delivery lead dei Mondiali", ha spiegato Santiago. "Cioè che sarebbe stato a capo dell'esecuzione di tutto l'evento. Sono sicuro che se fosse stato ancora con noi, avremmo fatto alcune cose in modo diverso, ma so anche che gli sarebbe piaciuto tantissimo ciò che abbiamo organizzato." 

"Credo che sarebbe rimasto sbalordito dal risultato e sono convinto che avrebbe visto moltissime opportunità nascere nel corso dell'evento", ha aggiunto Rafael. "Era il tipo di persona che faceva notare i problemi, ma che poi li risolveva immediatamente. È un aspetto di lui che mi piaceva moltissimo."

Anche se Javi non c'è più, non è stato affatto dimenticato. Nello show pre-partita prima dei Mondiali, l'hashtag #CulpaDeMaggical ha fatto nuovamente la sua comparsa. 

Nei giorni in cui l'America latina ha ospitato i Mondiali per la prima volta, Città del Messico ha risposto dando il meglio di sé. La passione dei fan era palpabile e il tifo è rimasto intenso durante tutte le ore delle partite. 

"So che Javier sarebbe stato orgoglioso dei fan, della loro passione e della loro resistenza", ha continuato Rafael. "Gli sarebbe piaciuto moltissimo. E so che sarebbe stato fiero di vedere i fan messicani che tifavano per una squadra argentina. Si sarebbe riempito di orgoglio nel sentire tutti i fan di LATAM uniti nel tifo per una squadra della LLA." 

Isurus Gaming, un'organizzazione argentina che annovera tra le proprie file tre giocatori messicani e due coreani, era di gran lunga la formazione più popolare in campo a Città del Messico. Ma a prescindere da chi stava giocando, la folla era pronta a sostenerlo fin dal primo scontro. 

"I fan della LLA hanno molto a cuore la propria regione, ma seguono anche squadre provenienti da altre parti del mondo", ha spiegato Eduardo. "È simile al calcio, dove ciascuno ha la sua squadra preferita locale, ma in quanto fan dell'eSport, è possibile averne anche una della LCK e della LEC. Per questo, vogliamo che le altre squadre e le altre leghe sappiano che potrebbero avere già dei fan qui in LATAM." 

Più che su una sola squadra o momento, a parte gli Isurus ovviamente, l'attenzione di tutti i fan era focalizzata solo sul gioco. Il pubblico tifava per una squadra dopo averla vista vincere un combattimento di gruppo, per poi sostenere gli avversari quando riuscivano a rubare il Barone. I fan volevano soprattutto veder giocare LoL ai suoi livelli più alti. 

"Non importa da dove provenga una squadra", ha dichiarato Miguel Oyamburu, Event Producer di Riot LATAM. "Abbiamo visto delle belle partite e una grande sportività, ed è per queste cose che facciamo il tifo. E lo faremo con passione e facendoci sentire, non ci sono dubbi." 

Javi era la persona che tutti i giocatori vedevano come il volto di Riot. Ma per la scena degli eSport in LATAM, era uno dei sostenitori più sfegatati. Da quando ha iniziato a lavorare in Riot, Javi ha contribuito a creare piattaforme e trasmissioni in cui i migliori giocatori della regione potevano mettere in mostra le proprie abilità. 

Dopo la sua scomparsa, la community dell'eSport si è riunita per rendergli omaggio. Nella LLA, le squadre hanno indossato delle magliette con il suo nome e la diretta ufficiale ha osservato un momento di silenzio prima della partita. L'impatto di Javi andava oltre LoL e raggiungeva tutti i giocatori dell'America latina. Prima di una partita di VALORANT, due squadre hanno deposto le armi in suo onore. 

 

 

Javi ha lasciato un segno che ha toccato tutti i Rioter del mondo

Javier ha lasciato un segno che ha toccato tutti i Rioter del mondo. Nelle settimane prima della sua morte, era venuto a Los Angeles per partecipare a una riunione nella nostra sede principale. 

"Era venuto per mostrare in che modo la regione dell'America latina promuoveva i contenuti", ha raccontato Rafael. "Alcuni elementi della sua presentazione sono stati adottati da altri team di Riot in tutto il mondo. Javi era una persona aperta alle sfide, sempre pronto a dare un'opinione sincera e a dire quello che pensava. Adoravo questo lato del suo carattere. Questo suo costante inseguire sfide e mettersi in discussione era una qualità straordinaria, poiché aveva sempre l'obiettivo di fare le scelte migliori per i giocatori.

Questa mentalità era ciò che lo rendeva un perfetto intermediario con la community. Essendo anche lui un giocatore, dava davvero una grande importanza al modo in cui il nostro pubblico fruisce dei titoli di Riot. 

"Javi era una persona che viveva costantemente l'esperienza dei giocatori", ha dichiarato Ben "Draggles" Forbes, Community Lead al momento impegnato su Project L. "Affrontava ogni discussione con realismo, empatia e maturità, e il suo modo di gestire queste conversazioni è stato una grande fonte di ispirazione per me agli inizi della mia carriera. Sapeva capire l'equilibrio tra team regionali e globali e portava sempre l'attenzione sulla risoluzione dei problemi. Quando Javi era presente, cercava sempre di fare la scelta migliore per i giocatori e per Riot." 

Quando Ben ha lavorato su Wild Rift, alcuni membri della community latinoamericana hanno visto il meme #CulpaDeMaggical diventare #CulpaDeDraggles, trascendendo regioni e barriere linguistiche. 

Javi era anche molto attivo in Riot Unidos, il nostro gruppo di risorse dei dipendenti per Rioter latinoamericani che lavorano in tutto il mondo. Nel 2021, per il Mese della tradizione latinoamericana, Javi si è unito agli altri membri di Riot Unidos per parlare di come coltivare le community in tutta l'America latina. 

 

 

"Ho conosciuto Javier quando lavoravo agli eSport in LATAM, ma ho avuto l'occasione di passare più tempo con lui durante il panel Latinx in Esports", ha spiegato Carlos Hernandez, membro di Riot Unidos che lavora nei nostri uffici di Los Angeles. "Una delle qualità di Javier che è rimasta invariata negli anni è che cercava sempre di mettere l'esperienza dei giocatori al primo posto. A prescindere da quanto piccola potesse essere una decisione, pensava sempre a come avrebbe influenzato i giocatori. In cambio, la community, che sentiva di essere ascoltata, gli dimostrava affetto e sostegno sui social media. Avere una persona come Javier in Riot era qualcosa di speciale, poiché, benché l'azienda crescesse, non perdeva mai di vista i giocatori, che fanno di noi ciò che siamo. 

Riot è diventata un posto migliore grazie alla presenza di Javi e al suo lavoro. Tuttavia, il vero impatto che ha avuto è sulle persone. C'è chi lavora in Riot per decenni e chi è solo di passaggio; ci sono giocatori che giocano una volta ogni tanto e altri che si mettono in coda tutti i giorni; ma tutti, se hanno avuto la fortuna di interagire con Javi, hanno subito l'impatto positivo del lavoro che svolgeva e della persona che era. 

Javi continuerà sempre a vivere attraverso la sua famiglia, il suo lavoro e attraverso i cuori di tutti quelli che lo hanno incrociato nel corso degli anni. Nell'ufficio di Città del Messico, molte cose sono Culpa de Maggical, e non potremmo chiedere di meglio.