A gennaio ho scritto un po' (forse un po' tanto) a proposito di come lavora Riot e di cosa c'è in programma per i prossimi cinque anni. Nell'articolo ho parlato di come scegliere la nostra strategia era come decidere di mettersi in coda o meno di nuovo dopo una vittoria.

Ho saputo che molti di voi hanno apprezzato la trasparenza e la possibilità di dare un'occhiata dietro le quinte, quindi ho voluto fare qualcosa di simile. All'inizio non sapevo di cosa avrei parlato dopo ma poi qualche settimana fa, dopo più di due anni di incontri aziendali da remoto, finalmente ci siamo riuniti per un raduno bisettimanale che chiamiamo Campfire.

L'esperienza di ritrovarsi insieme mi ha fatto riflettere su:

  • Perché stiamo tornando a una collaborazione ibrida in presenza/da remoto;
  • I nuovi uffici che stiamo aprendo per supportare quella collaborazione;
  • Il portare tutta l'azienda a Barcellona per facilitare i rapporti diretti dopo due anni di chiacchierate attraverso uno schermo;
  • Il ritorno di Marc Merrill come President of Games (PoG); e
  • I risultati del programma Queue Dodge che abbiamo annunciato a gennaio

Nel giro di giorni... o di ore... andrò in congedo di paternità, quindi questo sarà il mio ultimo articolo per un po'. Al mio ritorno voglio scrivere dell'importanza del congedo di paternità, del giusto equilibrio tra lavoro e vita privata e del perché gli americani sono fissati nell'avere meno ferie possibili (scherzo... più o meno).

Voglio dire subito che anche se in Riot adotteremo un modello di lavoro ibrido (due giorni da remoto, tre in ufficio), non vuol dire che queste siano istruzioni su come farlo o che tutti dovrebbero farlo. Il lavoro interamente da remoto è una soluzione fattibilissima per molte aziende. A questo punto credo che la questione non sia più quale modello sia il migliore, ma quale sia il più adatto a ogni specifica azienda.

Alcune adottato un modello totalmente da remoto, altre come la nostra che scelgono quello ibrido, e altre ancora che tornano ai cinque giorni a settimana in ufficio. Quindi, per usare un'altra metafora, decidere quale modello scegliere è come scegliere la propria corsia. Le aziende migliori non saranno quelle che dicono che tutti dovrebbero fare come loro, ma quelle che sceglieranno una corsia e daranno il meglio lì. Qui sotto parlerò del perché abbiamo scelto questa corsia, e perché è quella giusta per noi.

 
choosing-our-lane
Mettere la compagnia sbagliata nella corsia inadatta è un buon modo per perdere la partita

 

Voglio anche aggiungere che tutto quello che segue è scritto nella speranza che verrà raggiunto un punto in cui il COVID diventi gestibile. Il COVID continua ad essere una situazione in evoluzione, alla quale ci stiamo costantemente adattando e della quale non siamo noi gli esperti che devono discuterne. Ci affidiamo ai consigli di una rete di ufficiali sanitari locali, quindi non mi concentrerò su come tornare al lavoro in sicurezza, ma più sul perché è giusto che Riot lo faccia quando, e dove, possiamo farlo.

È meglio giocare ai videogiochi in presenza, e lo è anche crearli

Che sia sul divano, in un Internet cafè o davanti a migliaia di fan in visibilio, giocare in presenza è un'esperienza che l'online non potrà mai dare.

Allo stesso modo, e per motivi simili, crediamo che per noi anche creare videogiochi non da remoto sia meglio. Per questo abbiamo deciso di adottare un modello di lavoro ibrido 1-3-1, con lunedì e venerdì come giorni flessibili. Abbiamo scelto di decidere in quali giorni la gente deve andare in ufficio per rendere più semplice e indolore possibile la programmazione delle riunioni e la collaborazione tra i vari team senza dover tirare a indovinare chi sarà in ufficio e quando.

Vi esaltate quando sentite il suono della carneficina in VALORANT? Avete una scarica di adrenalina quando aumentate di livello in WoW? Segnare un gol in FIFA vi fa sentire un calciatore professionista?

Creare al meglio momenti del genere può richiedere centinaia o migliaia di ore di lavoro collettivo tra programmatori, game designer, artisti, sound designer, controllo qualità, autori narrativi... e molti altri. Ma quando ci si riesce, non ci sono limiti.

Cose come avere l'opinione di qualcuno chiedendogli di guardare lo schermo, riuscire a ripetere in diretta con qualcuno vicino e leggere il linguaggio del corpo di qualcuno che non approva la vostra idea sono elementi preziosissimi e molto più utili di persona. Anche creare l'ambiente di squadra che lo rende possibile è più facile dal vivo: creare fiducia per permettere a tutti di parlare, gestire le tensioni e i momenti di sfiducia, fare brainstorming ecc.

Ripensando alle origini di Teamfight Tactics, non so se avremmo mai avuto il coraggio di sviluppare quell'idea se, girando per l'ufficio, non avessimo visto tutti consumarsi le dita con Dota Auto Chess. Quell'energia vissuta di persona è stata fondamentale per tutti quelli coinvolti: ci ha dato la fiducia necessaria a coinvolgere le persone giuste, ridistribuire le risorse, fare cambiamenti e creare in 6 mesi quello che è stato il nostro secondo gioco in assoluto. Non so se avremmo avuto la stessa spinta da remoto. Chissà se c'è stato un altro TFT che potevamo realizzare ma ci siamo persi perché eravamo lontani?

 

back-to-the-future
Non ho resistito all'opportunità di usare una GIF da uno dei miei film preferiti

 

Si è parlato molto del lavoro da remoto rispetto a quello in presenza. Spesso si arriva a questa idea di "produttività." Guardando Riot, si può dire che siamo un esempio di azienda che è stata produttiva da remoto come lo era in presenza. Siamo stati produttivi nel senso che abbiamo realizzato dei progetti. Ma Riot non sarà mai un'azienda che monopolizza tutto il tempo dei suoi dipendenti; abbiamo sempre riposto grande fiducia nella capacità dei Rioter di gestire la propria tabella di marcia e siamo orgogliosi di essere in grado di evitare i classici imprevisti del settore (per esempio l'avere abitualmente momenti critici).

Siamo più produttivi a casa? Forse per certi incarichi, in determinati giorni, per certi lavori... Ma il nostro obiettivo non è essere la società di videogiochi che lavora di più nel mondo. È essere la società di videogiochi più indirizzata verso il giocatore a livello mondiale. In Riot lavoriamo per trovare il giusto equilibrio tra i benefici del lavoro da casa per quei compiti in cui è l'ambiente ideale, al contempo facilitando il tipo di collaborazione che ci serve per avere successo viste le dimensioni della nostra organizzazione creativa (più di 3.000 dipendenti).

Sono convinto che un giorno alcune aziende capiranno come ottenere i benefici della collaborazione in presenza anche in un ambiente totalmente da remoto. Ma non so quando. Un anno? Un decennio? Non sarà la nostra azienda a lavorarci; non è questo quello in cui siamo bravi. Abbiamo scelto di concentrare i nostri sforzi di innovazione sui prodotti per i nostri giocatori, non su nuovi modi per lavorare da remoto. Quando le aziende avranno capito come creare un'esperienza creativa su larga scala in tal senso, saremo estremamente disponibili e pronti a cambiare se avrà senso per noi.

Come i nostri uffici supportano la nostra cultura

Nel corso degli anni ho avuto esperienza di vari uffici Riot. Il primo ufficio di Riot era... uno sgabuzzino. Magari l'affitto era economico, almeno? Sono stato abbastanza fortunato da aiutare ad aprire alcuni altri nostri uffici, come a Dublino, Seul e Parigi. E neanche quegli uffici all'inizio erano un granché. Ma ciascuno aveva un'energia e un cuore propri. E l'idea che tutto era possibile. Che appena dietro l'angolo c'era in attesa un'idea che avrebbe potuto cambiare tutto.

 
riot-games-mexico-city
Rioter riuniti a Città del Messico per una presentazione

 

C'è anche un indefinibile divertimento che è facile da dimenticare se non si va in un ufficio da un po'. In Riot ci impegniamo a rendere i nostri uffici un riflesso della nostra cultura, e un promemoria costante dei giocatori che serviamo. Qui potete scoprire di più sui nostri uffici: sono tutti unici, e davvero fantastici.

 

bilgewater-brew
Fuori dalla caffetteria Bilgewater Brew nel nostro quartier generale di Los Angeles

 

Nel tempo abbiamo reagito all'energia e alla cultura di Riot creando dei luoghi di lavoro che le rispecchiassero. Sale per giocare, spazi per collaborazioni estemporanee, aree per riflettere in silenzio. Stanze che celebrano i mondi e i personaggi che abbiamo creato. Luoghi in cui giocare seriamente.

 

riot-games-singapore
Rioter al lavoro nel nostro studio di Singapore. Quel Tibbers sembra un po' annoiato.

 

Quando i campus danno il meglio, l'atmosfera è elettrica. Sessioni di gioco improvvisate, feste programmate, incontri di club nel campus... si può lavorare in tanti modi diversi. 

 

rio-games-bay-office
Non c'è da stupirsi che il team che sta lavorando a Project L a Riot Bay abbia una postazione con uno stick da picchiaduro da favola

 

A dicembre abbiamo annunciato di aver acquistato il nostro primo edificio in assoluto a Seattle. Lo stanno completando in questo momento.

 

riot-games-mercer-island
Un rendering del nostro imminente studio a Mercer Island, nello stato di Washington

 

Recentemente abbiamo anche aperto due nuovi spazi nel nostro campus di Los Angeles. Un edificio dedicato a Legends of Runeterra e un altro a VALORANT.

 

riot-games-lax-val-building
Il nuovo edifico a Los Angeles supera i limiti

 

Stiamo anche procedendo con la creazione dei nostri studi di sviluppo in Asia. L'anno scorso abbiamo annunciato che ci saremmo espansi a Shanghai. Abbiamo già Rioter a Hong Kong e Singapore che lavorano a stretto contatto con partner esterni a Shanghai e Taipei.

 

riot-games-shanghai
Bozza del nostro nuovo studio di Shanghai, attualmente in costruzione

 

Anche il nostro team di publishing del Sud-Est Asiatico si sta espandendo, con centri di publishing nelle Filippine, Indonesia, Malesia e Tailandia.

Insomma, se non c'è un ufficio di Riot vicino a voi, potrebbe essercene presto uno.

Bienvenido a Barcelona

Sapevamo che riunire nuovamente tutti in presenza sarebbe stato difficile. A casa abbiamo consolidato delle abitudini alle quali era difficile rinunciare, e molti di noi avevano dimenticato quant'è fantastico vivere Riot di persona. C'era un solo modo per ritrovarci come si deve.

Nei giri di boa fondamentali, riuniamo in presenza tutta l'azienda in un posto per parlare delle direzioni future e delle strategie che useremo per arrivarci. Organizziamo anche due o tre feste incredibili. Abbiamo trovato un nome SUPER creativo: Global Riot Conference (GRC).

 
riot-games-grc
Rioter che arrivano per il primo giorno del GRC *si danno il pugno*

 

Per il GRC 2022 sapevamo di dover fare cose mai viste. Dopotutto, l'ultimo GRC risale al 2016 e la gran parte dei Rioter (da allora siamo più che raddoppiati!) non aveva mai vissuto quell'esperienza. Non solo eravamo grandi come non mai, ma sapevamo che la gente non vedeva l'ora di uscire di casa e riunirsi, per ritrovare un po' di normalità e nella speranza di riaccendere la creatività e l'innovazione di cui ho parlato prima.

 

riot-games-anna-donlon-grc
La presentazione di Anna Donlon al GRC è stata FENOMENALE

 

Come destinazione abbiamo scelto Barcellona, in Spagna, perché avrebbe ricordato ai Rioter il pubblico globale che serviamo, avrebbe mostrato loro una vibrante cultura videoludica e perché avrebbe offerto strutture che ci avrebbero permesso di organizzare eventi enormi in un ambiente protetto dal COVID (ultimo ma non ultimo, abbiamo un ufficio anche lì).

 

barcelona-cosplayers
Cosplayer spagnoli alla nostra festa di apertura a tema VALORANT a Poble Espanyol

 

Ma non sapevo quanto stesse puntando in alto il team del GRC. Quando siamo arrivati a inizio marzo, a migliaia di Rioter giunti da tutto il mondo sono stati offerti quattro giorni di contenuti e festeggiamenti incredibili.

 

grc-nexus
Un'occhiata alla pausa pranzo al Nexus al GRC 2022

 

Abbiamo sentito i Riot parlare di ogni aspetto del lavoro di creazione che facciamo per i giocatori. Ci sono state presentazioni spettacolari e altre più piccole e discrete.

 

riot-grc-barcelona
Più di 2.000 Rioter si sono uniti a noi a Barcellona per emozionarsi parlando del futuro di Riot

 

In qualche modo, anche Zedd ci ha raggiunti per la festa finale. Sapevo che era molto bravo a giocare a VALORANT, ma ho scoperto che è un incredibile DJ, anche. Conoscendo in anticipo tutte le novità e i contenuti (purtroppo, come CEO, raramente riesco a godermi una bella sorpresa), è stato incredibile vedere tutto insieme.

 

zedd-grc
Un ospite speciale ha infuocato il palco per la festa di chiusura

 

Ma ancora più importante delle presentazioni e delle feste è stato quello che è successo tra quegli eventi. Rioter che non si vedevano di persona da anni si sono ritrovati e hanno potuto interagire fisicamente. Ho visto più di qualche lacrima di gioia mentre passeggiavo tra le sale dell'evento. E non ho dubbi che questo abbia contribuito molto a uno degli eventi del GRC secondo me più memorabili: Ideadome. In questa versione Riot di Shark Tank, abbiamo riunito team di Rioter scatenando al massimo la loro immaginazione in due giorni di sessioni di brainstorming. Poi hanno presentato le loro idee ai capi dell'azienda, cercando di convincere un capo a sponsorizzarle in diretta. E sì, sviluppare queste idee farà davvero parte della strategia futura dell'azienda!

 

grc-ideadome
Un gruppo di lavoro di "Ideadome" al GRC 2022

 

Recentemente abbiamo condotto un sondaggio interno sulla percezione dell'azienda da parte dei Rioter. Le differenze tra quelli che avevano partecipato al GRC di persona, quelli che lo avevano seguito online e quelli che lo avevano ignorato del tutto sono state impressionanti:

riot-grc-survey

Prima di Barcellona, eravamo convinti di fare la scelta giusta nel ritornare alla collaborazione in presenza. Il GRC ci ha reso certi di questo al 200%.

Il ritorno di Marc come President of Games

Molto prima di entrare in Riot, ho lavorato per il publisher di League in Europa. La prima demo del gioco che ho visto era piuttosto rudimentale, ma Riot mi attirò per la passione del team e la leadership dei suoi fondatori, Brandon e Marc.

Nel corso degli anni il continuo coinvolgimento dei fondatori (anche molto dopo aver venduto gran parte della proprietà a Tencent) ha contribuito a convincermi che stavamo scommettendo nel modo giusto sulla nostra missione. Anche dopo essere diventato CEO, Brandon e Marc erano sempre lì per valutare la nostra direzione, fornire preziosissimi feedback in occasione delle scelte decisive e anche gestire alcuni importanti progetti dall'inizio alla fine. Verso la fine dello scorso anno ho proposto a Marc di riprendere il lavoro quotidiano con la nostra nuova struttura operativa come President of Games, e a febbraio abbiamo annunciato al mondo il suo nuovo ruolo.

Come sa chiunque abbia lavorato in un'azienda guidata dal proprio fondatore, oltre ad essere figure motivanti i fondatori hanno un ruolo speciale nelle scelte pratiche ma sono anche dei "capi spirituali" in relazione alla cultura dell'azienda. Sono stato grato della guida di Marc per tutto il mio tempo trascorso in Riot, ma è stato fantastico collaborare con lui a programmare il futuro dei nostri giochi negli ultimi mesi.

Marc e Brandon hanno partecipato entrambi al GRC. Brandon ha aperto la conferenza ricordando i giocatori e il coraggio necessario a fare scommesse a lungo termine quando il risultato è quello di migliorare la loro situazione.

 

grc-brandon-beck
Ryze ha aperto il GRC parlando de "I perché di Riot Games"

 

Poi Marc ha chiuso con qualche perla di saggezza per la prossima fase del nostro viaggio, in un intervento che ha chiamato "Comincia la nostra stagione."

 

grc-marc-tryndamere
Al GRC, Tryndamere ci ha mostrato il suo imperituro entusiasmo per il futuro di Riot

 

I risultati del programma Queue Dodge e come proseguiremo

Sappiamo che non tutti saranno contenti della nostra decisione di adottare un modello 1-3-1. E va bene così. Alcuni preferiranno sempre un ambiente totalmente da remoto, altri totalmente in presenza. Per chi preferisce un'esperienza ibrida, vogliamo che Riot sia il luogo ideale.

Nel mio ultimo aggiornamento di gennaio ho parlato di Queue Dodge e, alla fine, più o meno 142 Rioter (su circa 3700, quindi un po' meno del 4%) hanno deciso di approfittarne. È più o meno il tasso di abbandono che vediamo normalmente dopo i bonus. Tra quelli che se ne sono andati, 45 hanno indicato il lavoro ibrido come uno dei motivi, ma di questi solo 13 hanno detto di voler lavorare solo da remoto mentre gli altri 28 sarebbero rimasti se avessimo avuto una sede adatta a loro. Visto che siamo in espansione, spero che questi Rioter tornino.

Il fatto che ci siano varie opzioni a disposizione significa che le persone andando avanti possono prendere le decisioni migliori per se stesse, e onestamente questo è un grande miglioramento per il futuro del lavoro in generale. Non so come sarà lavorare per Riot tra cinque o dieci anni. Quello che so è che la collaborazione in presenza dà un'energia enorme. L'ho avvertita al GRC, e so che questo vale anche per altri Rioter. Abbiamo già iniziato a vedere risposte entusiaste alla riapertura del campus del nostro quartier generale, e non vedo l'ora di scoprire quali nuove innovazioni creative potremo offrire ai giocatori grazie a quel rinvigorimento che avviene quando collaboriamo insieme di persona.